C’era una volta: Super Mario World

Super Mario World

Super Mario World
C’era una volta: Super Mario World

Nonostante Super Mario Bros.3 fosse stato un enorme successo commerciale, il team Johto Kaihiatsu, rinominato Entertainment Analysis & Development, per il nuovo episodio della serie abbandona coraggiosamente l’opulenta sovrabbondanza di elementi accessori che aveva caratterizzato il titolo precedente e concentra tutte le sue energie nell’accrescere la coesione interna del proprio prodotto. Il risultato è considerato da molti il migliore titolo 2D della saga di Mario, e indubbiamente spinse le vendite della nuova console Super Nintendo. Per molti sviluppatori l’epoca dei sedici bit fu soltanto un periodo in cui abbellire graficamente i concept di giochi del decennio precedente, (magari aumentando il numero dei power-up e inserendo sprite di dimensioni maggiori.

Per Miyamoto, ogni progresso tecnico doveva invece ridefinire anche le potenzialità della struttura di gioco. Di primo acchito il nuovo Super Mario World (1990), pensato per promuovere le vendite della nuova console Super Nintendo a 16 bit, può anche che diventava tutt’uno con il protagonista, di cui non era data la facoltà di separarsi per proseguire a piedi come accade qui. In groppa a Yoshi, grazie alla sue capacità. Mario è ora in grado di raggiungere nuovo locazioni e giungere in livelli altrimenti inaccessibili. Per giustificare la presenza di questo nuovo amico, il gioco non è più ambientato nel Regno dei Funghi, bensì in quello dei Dinosauri. Miyamoto ambienterà altre vicende in questi luoghi, come le folli corse di Super Mario Kart, andando ad edificare un grande mondo costituito a sua volta da diversi sotto-mondi. Miyamoto aveva pensato di affiancare un sauro a Mario sin dal 1986, ma il suo team di programmatori dovette per motti anni farlo tornare sui suoi passi a causa delle limitazioni tecniche del NES a otto bit. In effetti, dopo i massacranti mesi di sviluppo del terzo episodio, Shigeru si prese ben quindici mesi di pausa, in cui si dilettò a sperimentare tutte le possibilità tecniche della nuova console, per poi dedicarsi assieme agli assistenti ad una delle più grandi opere di game e level design della storia dei giochi di piattaforme bidimensionali.

È difficile spiegare la genialità di Super Mario World, bisogna giocarlo per rendersi conto della cura meticolosa con cui è stata piazzata ogni trappola, ogni piattaforma, ogni nemico. Si ha la sensazione che Il gioco risponda esclusivamente alle capacità del giocatore: gioca bene e vincerai, gioca male e sarà la fine. Non ci si sente mai imbrogliati da una calibratura errata della difficoltà, da una mappa strutturata in maniera poco godibile o. in generale, da cattive idee di design. Il gioco salva automaticamente ogni qualvolta si superano alcune locazioni come la casa dei fantasmi, a metà di ogni mondo, e il castello, alla fine del mondo stesso. Questo vuol dire non essere costretti a rigiocare, ogni volta che si muore, tutti i livelli già superati. eliminando cosi qualsiasi elemento che possa sembrare simile al precedente Super Mario Bros. 3 ma in realtà, esso rappresenta un intricato mondo composto da dozzine e dozzine di livelli organizzati non linearmente: è possibile giocarli e rigiocarli fino ad averne trovati tutti bonus e le uscite segrete, inoltre i passaggi nascosti, già utilizzati negli episodi precedenti, divengono una costante ancora più marcata, assegnando a questo titolo una delle posizioni più alte nella classifica dei migliori platform della storia.

L’impossibilità di tornare a visitare livelli già percorsi, per esempio per raccogliere bonus, e il non poter salvare la partita in corso erano carenze del precedente episodio a 8′ bit, a cui qui fu posto rimedio. Un’importante innovazione consisteva nell’introduzione di quella che diventerà un autentica mascotte Nintendo: Yoshi. Mario poteva lanciarsi per la prima volta con una cavalcatura d’eccezione: il simpaticissimo dinosauro di nome Yoshi, che diverrà uno dei suoi migliori compagni di avventure, nonché darà origine a un filone a lui dedicato dove il rettile e il protagonista assoluto. Yoshi con le sue molteplici proprietà, infrangeva per sempre la distinzione fra personaggio e oggetto all’interno del rivelarsi frustrante per il giocatore. Un sistema di salvataggi è d’obbligo visto che si hanno ben nove mondi da esplorare, suddivisi in diverse sottosezioni, in tutto si contano quasi 100 livelli, morto differenti tra loro.

Vi sono infatti livelli in cui correre orizzontalmente nel più classico degli approcci a piattaforma, altri in cui nuotare sott’acqua alla ricerca di eventuali vie di uscita e altri ancora dalla fisionomia da action game in cui affrontare situazioni di estrema difficoltà. Dal punto di vista grafico Super Mario World è uno di quei giochi che a un primo impatto sembrerebbero nella media. In realtà ad un attento esame di tutte le caratteristiche tecniche del titolo ci si rende conto di quanto Nintendo abbia speso, in termini intellettuali, su di una estetica che attinge appieno alle risorse del Super Nintendo disegnando un mondo pluricolorato (si contano più di 100 colori in simultanea su schermo con picchi di oltre 200 nelle sfumature).

II gioco sfrutta un chip presente nel Super Nintendo che permette di applicare effetti di scalatura, rotazione e deformazione, a fondali di ogni dimensione, generando una conseguente illusione 3D (ill Mode 7). Il chip è utilizzato con estrema professionalità e senza invadenza cosicché se ne possa ammirare gli effetti in un contesto grafico che ne spreme a dovere le facoltà di rotazione, distorsione e zooming degli sprites. Tecnicamente siamo davvero vicini alla perfezione, per concetto, per forma artistica, per le caratterizzazione dei nemici e degli sprites protagonisti e per tutta un’ideologia estetica che trascende qualsiasi forma di omologazione. Anche n ambito sonoro il lavoro svolto da Nintendo è impeccabile. motivi orecchiabili e “frizzanti”, accompagnano perfettamente l’azione di gioco amalgamandosi con essa.

Il tema principale viene riproposto in molteplici arrangiamenti, cosi da adattarlo nel modo più pertinente possibile alla situazione di gioco. A differenza di Super Mario Bros. 3, dove vi era una successione di tante mappe e mondi differenti, qui tutto l’universo di gioco è racchiuso in una mappa unica. I poteri messi a disposizione di Mario non sono più elargiti dai tanti costumi del precedente capitolo, ma tornano ad essere numericamente limitati come in Super Mario Bros. Gli elementi che accrescono le potenzialità di Mario sono rigidamente funzionali alla struttura dei livelli: le caratteristiche del costume da procione vengono trasposte in una, assai più sobria, mantellina gialla: il sistema di controllo del volo risulta affinato; la planata è più difficile da eseguire, ma il giocatore, in grado di calibrare adeguatamente i suoi movimenti, può rimanere sospeso in aria molto più a lungo.

La limitazione dei poteri concessi all’idraulico produce come risultato un level design più efficace e curato. I livelli sono progettati per ottenere il miglior divertimento possibile, la difficoltà è perfettamente calibrata per garantire sedute di gioco soddisfacenti per qualsiasi fruitore. Infatti per i più smaliziati sono presenti livelli difficili da raggiungere e altrettanto difficili da superare. benché il gioco sia costituito da ben 96 livelli, scegliendo la strada più adeguata il giocatore lo può completare affrontandone solamente 11, a patto di conoscere il percorso più breve. II titolo, considerato perfetto in tutte le sue parti, è frutto di una consapevole ricerca di immediatezza e leggibilità.

Per la prima volta vengono posti dei blocchi che se colpiti fanno comparire brevi tutorial testuali, atti a spiegare l’utilizzo di poteri speciali pertinenti al punto in cui ci si trova nel gioco. La presenza dei tutorial è un’innovazione importante ed è diventata d’obbligo nei videogiochi odierni, perché incorporando le nozioni manualistiche all’interno dei gioco evitano di spezzare la tensione ludica Miyamoto non rinuncia a una struttura articolata ma fa in modo che essa sia fruibile dalla fascia più ampia possibile di pubblico.