C’era una volta: la prima console ad andare online

Dreamcast: la prima console che utilizzò l’online

Un Sega Dreamcast con il pad

La storia dell’online sulle console, il Sega Dreamcast fu la prima console in assoluto ad utilizzare Internet

La nuova frontiera

I primi acquirenti italiani del Dreamcast, lanciato in Europa e Stati Uniti alla fine del 1999, si erano probabilmente chiesti se quella presa telefonica sul retro della console non avesse per caso una qualche funzione ornamentale. Una di quelle cose che da queste parti, provincia remota italiana, a cui eravamo abituati a guardare con un certo timore, con la vaga sensazione che mai avremmo pensato di utilizzarle. Ora, è chiaro che l’utente Dreamcast, specie dopo la rottura tra Sega e Giochi Preziosi che ha lasciato l’Italia praticamente senza un distributore ufficiale, è abituato a reperire informazioni sulla console in qualunque lingua che non sia la sua, dall’inglese fino al giapponese, ma qui di notizie utili se ne trovano proprio pochine, e in più sono sparse e neanche poi così utili. Proviamo quindi insieme a ripercorrere l’impervia strada dei videogiochi online, alla ricerca dell’oasi del giocatore felice.

L’hardware

Cominciamo con le certezze. La porta sul retro è di un modem (e, infatti, nella confezione del Dreamcast si trova un utile e lunghissimo cavo telefonico: ben fatto!). Già, ma che modem? Qui torna la sgradevole sensazione di non stare proprio al primo posto nei pensieri degli ingegneri giapponesi, perché il Dreamcast PAL presenta solo un modem 33.6k contro il  modem 56k della versioni americana e giapponese. Lasciando da parte le domande sul perché di questa scelta, passiamo all’applicazione pratica.  Chi ha qualche esperienza di giochi online per PC sa bene che non è la capacità del modem il primo elemento che rende un gioco online godibile. Contano sicuramente di più la qualità della connessione e una corretta implementazione a livello software dei protocolli di rete, oltre al fatto che in pratica solo i giochi d’azione si scambiano su Internet consistenti quantità di dati. Un modem, poi, da che mondo e mondo deve essere configurato. E come? I Dreamcast che venivano venduti contenevano un cd apposito, il Dreamkey, che permetteva di configurare la connessione a Internet e anche di navigare sul web tramite il browser.

Attenzione, però, siamo già ai confini dell’ignoto: notizie che provenivano da diverse città d’Italia parlano di Dreamcast venduti senza il Dreamkey  al suo interno, risultato con ogni probabilità dal caos vigente nella distribuzione sul suolo italico. In questo caso la cosa migliore da fare era rivolgersi a un negoziante di buona volontà, nella speranza che riuscisse a recuperarvi l’agognato cd dal suo distributore. Una particolarità: Dreamcast memorizza all’interno del proprio hardware, non sulla VMU, i dati della connessione. Questo permette, in effetti, di collegarsi lasciando fare quasi tutto alla console, con un piccolo problema: a meno di non operare una complessa operazione di reset, non avrete accesso diretto alle impostazioni, non saprete che numero telefonico state chiamando (e in alcune parti non c’era una certa differenza tra urbana e interurbana) e non potrete impostare i dati di un eventuale provider con cui possedete già un account. Se, in ogni modo, immaginate di mettervi nei panni di chi acquista oggi un Dreamcast (quello contenente il Dreamkey, possibilmente!), i problemi non sono poi molti: una registrazione intuitiva vi aprirà le porte di Dreamarena, la comunità virtuale attivata da Sega per accudire i propri fan. Se siete uno di questi, passate al paragrafo successivo. In caso contrario, dite addio ai vostri sogni online!

Dreamarena

L'online europeo del Sega Dreamcast: Dreamarena

Inaspettatamente, questo è un caso che vede l’Europa arrivare prima degli USA. Sega, infatti, pur con atteggiamento analogo, ha diversificato la propri strategia online tra USA ed Europa, seguendo le differenti caratteristiche del mercato delle telecomunicazioni. Al di qua dell’oceano la rete Dreamarena, allestita con il supporto tecnico paneuropeo di British Telecom, ha visto la luce in Giugno in Inghilterra, paese che ospitando gli uffici europei di Sega ha avuto l’onore di cominciare per primo. Dreamarena si presenta come un provider di tipo free internet (accesso gratuito alla rete con pagamento degli scatti telefonici) dedicato al gioco online: gli utenti Dreamcast che si sono registrati usando il Dreamkey hanno accesso a Dreamarena intesa sia come rete telematica, per giocare e navigare, sia come portale, uno spazio dedicato interamente alla console Sega con il classico contorno di suggerimenti, forum, chat e e-mail. Dreamkey, tra l’altro permetteva  di collegarsi SOLO a Dreamarena, impedendo la configurazione di altri provider. Per fare questo è necessario procurarsi in qualche modo (si trova anche in internet, www.dc4ever.com) il browser americano per Dreamcast, denominato Planet Web.

Il supporto online dei giochi Dreamcast funzionava, almeno in teoria, a prescindere dal provider Internet scelto, salvo che non esistevano blocchi specifici, come, pare, nel caso di Chu Chu Rocket, il primo gioco online rilasciato da Sega. Il vantaggio, almeno teorico, nell’utilizzo di Dreamarena sta nel fatto che usando un’unica rete i tempi di latenza si abbassano notevolmente, permettendo a giochi come Quake III di scorrere senza intoppi La rete britannica è stata realizzata con lo specifico scopo di mantenere il ping (il tempo che il segnale impiega per andare dall’utente al server che gestisce il gioco online) entro i 400 millisecondi e mediamente intorno ai 200, tempi di assoluta qualità anche nel mondo PC. In base a quanto è dato sapere, la qualità del gioco online oltremanica è piuttosto buona, nonostante il famigerato modem a 33.6. In Italia, sempre nella consueta assenza di notizie certe, le cose non sono molto diverse: Albacom, partecipata di British Telecom attiva ormai da qualche anno nel campo della telefonia aziendale e del free internet ha fornito il supporto per la realizzazione della rete Dreamarena italiana. Da questo punto di vista, se considerate che nomi del livello di Kataweb e Jumpy sfruttano la rete Albacom per mandare in Internet centinaia di migliaia di clienti, la garanzia è assicurata. La presenza capillare sul territorio, poi, dovrebbe permettere alla gran parte degli utenti di accedere al network Sega con una telefonata urbana (ma fin che non installate il browser Planet Web non potrete esserne sicuri…). Come abbiamo visto, quindi, il percorso è leggermente accidentato: voi non perdetevi d’animo e cominciate a smanettare con il modem, ne vale davvero la pena! (come leggerete tra poco).

Seganet

La controparte americana, Seganet

La grande sorella americana di Dreamarena si chiamava Seganet, e nonostante fosse più giovane (era stata lanciata negli USA il 7 settembre, in concomitanza con gli MTV awards sponsorizzati Sega) sembrava decisamente più agguerrita. Realizzata in collaborazione con il gigante AT&T, Seganet presenta otto grandi server dislocati nelle principali città americane, distanti, secondo Sega, non più di due “hop” dal punto di accesso degli utenti. Al di là dei discorsi tecnici, il significato è chiaro: prestazioni di gioco ad altissimo livello, bassi tempi di latenza e conseguente grande successo; i server sono andati in tilt il primo giorno, assediati dalle migliaia di utenti che tenta-vano di registrarsi, invogliati dalle 50 ore di prova gratuita. Già, gratuita.

L’utilizzo di Seganet, aperto anche agli utenti PC, costa la bellezza di 22 dollari al mese, quasi 5o.000 lire! Questo non deve però trarre in inganno: negli Stati Uniti i costi delle telefonate sono sensibilmente più bassi che in Europa, mentre l’accesso ad internet prevede comunque il pagamento di un abbonamento, né più né meno che in Italia dell’epoca. Inoltre chi acquistava un Dreamcast negli Stati Uniti poteva usufruire di un’offerta non trascurabile: pagando la console 149 dollari (intorno alle 300.000 lire) e abbonandosi per 18 mesi a Seganet si otteneva da Sega un assegno di… 150 dollari! In pratica la console era regalata. Seganet funzionava anche da normale provider Internet, esattamente come Dreamarena. La bontà dell’offerta era  confermata dalle circa 600.000 persone che si erano abbonate a Seganet negli ultimi tre mesi del 2000, e le iscrizioni non accennanovano a diminuire, confermando la validità dell’intuizione che potevano traghettare Sega fuori dalle acque (finanziarie) agitate di quegli anni.

I giochi

Sega sceglie di lanciare su Seganet , NFL 2k1. Scelta molto azzeccata, considerando la grande passione degli americani per il football e la strepitosa qualità del gioco in sé. La possibilità di organizzare competizioni via internet, fino all’incredibile quattro contro quattro, ha coinvolto migliaia di appassionati che hanno cominciato ad organizzare leghe, happening, scontri. La batteria di giochi schierata da Sega a supporto del gioco via internet è impressionante soprattutto per qualità.  Buona parte dei giochi in uscita in Italia supporterà il gioco online (vogliamo ricordarne qualcuno? Speed Devils, 4×4 Evolution, NBA 2k1, Starlancer e, ovviamente, Phantasy Star Online). Al di là delle funzionalità Internet di base fornite dall’hardware della console, comunque, è bene ricordare che il migliore o peggiore sfruttamento delle potenzialità di rete deriva dal software: Quake III permette ad esempio di sfidare anche i giocatori PC, mentre Unreal Tournament offre la possibilità di giocare in otto contro i quattro del prodotto targato Id. Infine, la banda larga.

L’esperienza web

Bene, finito di macellare quei tipacci che vi sfidavano a Quake? Messa giù l’ultima schiacciata in faccia all’avversario di turno in NBA 2k1? Davanti a voi avete pur sempre un set top box. vale a dire un adattatore Internet per televisione.  L’esperienza web con il Dreamcast non è, per forza di cose, paragonabile a quella del PC, in primo luogo per la limitata risoluzione dello schermo televisivo. Per chi si accontenta, comunque, la navigazione targata Sega riserva qualche piacevole sorpresa: utilizzando ad esempio il browser americano Planet Web, si otterrà un supporto più che accettabile delle animazioni Flash e dell’audio MP3.  Anche il Dreamkey nella sua ultima release non è malaccio, anche se Planet Web è di più facile utilizzo.

Logicamente per utilizzare la webmail di Dreamarena erano caldamente consigliati tastiera e mouse, ottimi compagni anche per giocare a Quake III, dato che il browser possedeva una tastiera virtuale (compariva  a schermo e si usava con il controller) che dopo 3o secondi di utilizzo poteva produrre reazioni nervose con pessimi risultati per la salute del joypad, console e parenti troppo vicini. concludendo… Come un tempo per il PC, andare online non era ancora del tutto banale, e richiedeva buona volontà, pazienza e possibilmente un minimo di capacità di ricerca in Internet. La strada però fu tracciata da  Sega che guidò le truppe degli online gamer su console… Il resto come ben sapete è storia.