La prima console della storia

Magnavox Odyssey, la prima console della storia

Il Magnavox Odissey, la prima console della storia
La prima console della storia

Eravamo rimasti col dubbio di sapere chi fosse Ralph Baer. Prima di introdurlo devo presentarvi un’altra persona: Russell, secondo componente del quartetto ideatore dei videogiochi. Avevamo quindi lasciato Higinbotham alle prese col suo Tennis for Two. Contemporaneamente Steve Russell, uno studente del MIT, ovvero il Massachusetts Institute of Technology stava lavorando a qualcosa di più ambizioso. Adoperandosi assieme a tanti amici sul potentissimo (per l’epoca) PDP-1, un mainframe da 120.000 dollari (degli anni Sessanta), egli aveva creato il primo programma di videogioco: Spacewar! Ai comandi di due astronavi, rappresentate da linee e cunei, due avversari potevano spararsi a vicenda, facendo terminare la partita con la distruzione dell’avversario. In caso di difficoltà, era però possibile premere un tasto per attivare l’iperspazio, sparendo momentaneamente dallo schermo e riapparendo in un altro punto a caso. Anche in questo caso, non esiste nessun brevetto: Russell era un hacker nel vero senso del termine: libero nella mente, aveva un senso del copyright abbastanza lasso, e non era interessato a sfruttare una idea comune.

La grande popolarità del gioco, oltre alle successive versioni, si deve alla rete Arpanet, sviluppata nel 1969, che collegava tutte le università americane: Spacewar!, divenne il programma più scaricato e giocato in tutti gli Stati Uniti, tanto che alcuni, per la prima volta, decisero di attaccare i videogiochi (che ancora non esistevano), affibbiando a questo gioco la colpa della flessione dei risultati scolastici a partire dal 1962. Il PDP-1, era prodotto dalla società leader nel mondo, Digital Equipment Corporation, che decide di installare il gioco in modo residente, per dimostrare ai clienti le potenzialità della macchina. Vi sembrerà a questo punto strano, ma nessuno dei due, aveva pensato di trasferire la loro bella idea in un apparecchio utilizzabile anche a casa. Vero è che le macchine utilizzate allora erano sofisticatissimi computer, ma era anche vero, che utilizzavano solo una piccola parte della potenza a disposizione. Il primo settembre del lontano 1966, un affermato ingegnere americano (di origine tedesca) Ralph Baer, stava percorrendo la strada che divideva casa sua dal suo ufficio. In quegli istanti, egli partorirà un’idea che si trasformerà nella prima console: un dispositivo elettronico, da collegare ad un televisore, che riproponesse una simulazione del ping pong. Baer, rifugiatosi con la famiglia nel 1938 negli Usa per scappare le leggi razziali, aveva infatti visitato con la scuola il Brookhaven National Laboratory, ed aveva avuto modo di provare il gioco di Higinbotham.

Dopo aver lavorato per molti anni in settori legati comunque al militare, nel 1956 entrò nella Sanders Associates Inc. Messosi subito al lavoro, nel giro di pochi mesi, e grazie all’aiuto di alcuni amici, nel dicembre dello stesso anno presentò al capo della divisione R/d, il suo prototipo funzionate Home Tv Games. Il progetto, seguito dallo stesso Baer e da William Rush, prosegui in gran segreto, e dopo poco più di un anno arrivò la versione definitiva: completamente analogica, Il gioco era una simulazione del ping pong, in quanto, a differenza di Tennis for Two, il movimento della pallina era continuativo. Ribattezzata The Brow Box, la console, era dotata proprio di questo gioco (il Pong): Baer lanciò la sfida a Rush, proprio davanti ai loro capi: per gli amanti della statistica, Ralph perse clamorosamente. Il 15 gennaio 1968, Sanders depositò il brevetto: rimaneva solo da cercare un compratore. Di questo si occupò lo stesso Baer: da prima cercò contatti con i principali distributori di segnali televisivi via cavo, e con i produttori di TV e Radio: nessuno capiva a cosa potesse servire giocare a una simulazione di ping pong, quando esisteva un gioco reale.

L'inventore della prima console, Ralph Baer
Ralph Baer, inventore del Magnavox Odissey

Solo nel 1970, sembrava che RCA, il colosso americano, fosse intenzionata a produrre The Brown Box. Non a caso, i vertici di RCA avevano già cercato di sperimentare nei loro reparti di ricerca e sviluppo una simulazione di biliardo. Il risultato fu una simulazione abbastanza scadente dal prezzo di 90.000 dollari. RCA, era però intenzionata a comprare tutta la società, e non solo il brevetto, quindi le trattative vennero chiuse. La situazione ebbe un notevole cambiamento per l’interessamento di Magnavox (la divisione Usa della Philips) dove era andato a lavorare il mediatore di Sanders per l’affare RCA. Bill Enders era rimasto impressionato dal progetto del Pong, e convinse i capi della Magnavox a trattare per il brevetto. Il contratto fu firmato nel 1971, un anno prima del lancio di Odissey, la prima console del mondo. Baer era riuscito nell’impresa di portare i videogiochi nelle case della gente. Manca ancora una persona per completare il quartetto, Bushnell, ma con lui entreremo nel rutilante mondo di sygyzy, conosciuta da tutti col nome di Atari.