Just Cause 4 [Recensione]

Just Cause 4 [Recensione]

La recensione di Just Cause 4
Rico è tornato, è pronto a spaccare tutto e tutti, com’è questa sua quarta avventura?

Just Cause 4 è l’ennesimo Just Cause giunto ormai al suo quarto capitolo. Il nostro Rico è pronto a spodestare il solito dittatore di turno, Oscar Espinosa (in questo caso), questa volta a chiedere le sue prestazioni è una certa Mira Morales, nativa di Solís (la nuova isola di Just Cause 4).  Il gioco è ambientato in un immaginario paese sudamericano chiamato appunto Solís, che ospita condizioni meteorologiche estreme (tempeste, fulmini e tornado). Rico Rodríguez affronta la Mano Nera, l’esercito privato più potente del mondo guidato da Gabriela Morales, un nuovo personaggio, nonché cugina di Mira . La Mano Nera servì come gruppo mercenario i dittatori Salvador Mendoza (Just Cause) e Sebastiano Di Ravello (Just Cause 3). Quando a Rico viene mostrata la prova che il suo defunto padre stava lavorando con la Mano Nera, si immerge nell’isola di Solís, patria della suddetta in cerca di risposte. In questo quarto capitolo vengono introdotte delle novità come:  un nuovo sistema di vento e particelle, che influisce sulla traversata di Rico con la sua tuta alare, un sistema meteorologico e rischi ambientali come tornado, temporali e tempeste. Il gioco presenta una varietà di veicoli e armi da fuoco, comprese armi particolari come la pistola a vento e la pistola a fulmini. Ogni arma dispone anche di una modalità di fuoco alternativa. I giocatori, come nei precedenti capitoli, possono richiedere la consegna dei rifornimenti in qualsiasi momento durante il gioco (anche se bisognerà aspettare che il tempo si ricarichi).

Un tornado devasta Solis
Tranquillo Rico, i tornado non possono farti niente (o quasi…).

La trama di Just Cause 4 (come anche quella degli altri capitoli) è piuttosto scontata, la mappa di gioco, proprio come quella del terzo, è molto grande, ci sono molte cose da esplorare: spiagge, praterie, catene montuose innevate, basi nemiche, laghi, giungle e così via. Sfortunatamente una grande mappa non significa anche un bel gioco. Esattamente come gli altri Just Cause, non faremo altro che fare missioni della storia alternandole obbligatoriamente a delle missioni secondarie (non c’è altro modo per poter proseguire). Se le missioni inerenti alla storia sono più ispirate, lo stesso non si può dire di quelle secondarie, ripetitive fino alla nausea, dovremmo infatti fare cose del tipo: liberare una base distruggendo tutto, salvare dei prigionieri e scortarli fuori, buttare dei mezzi carichi di esplosivi in mare e cose simili, tutto ciò ripetuto più e più volte. Poi le vere novità apportate in questo nuovo capitolo: come ad esempio gli effetti climatici, sono piuttosto ininfluenti, creando solo qualche fastidio al giocatore e nulla più, nemmeno i tornado risulteranno insidiosi. Forse l’unica cosa che potrebbe creare problemi ai giocatori, sono le tempeste di sabbia, perché limitano la visibilità di gioco. Just Cause 4 è un Just Cause 3 potenziato per certi aspetti e peggiorato per molti altri, in conclusione lo definirei un passo indietro rispetto al terzo capitolo. Cari Avalanche Studios, non ci siamo proprio.

Voto: 5/10